Cura del dolore con le correnti TENS

dolore lombare
Dolore schiena
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Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation La stimolazione elettrica transcutanea (TENS) è una stimolazione antalgica che viene effettuata con impulsi che raggiungono il sistema nervoso periferico attraverso elettrodi posizionati sulla zona da trattare. La stimolazione TENS viene effettuata tipicamente con impulsi bifasici e simmetrici (onda quadra) e con frequenze che possono variare da 8 a 200 Hz. Questo tipo di stimolazione antalgica, che permette di combattere il dolore senza fare ricorso a farmaci, utilizza 2 diversi meccanismi fisiologici per raggiungere questo risultato:

  1. La produzione endogena di beta-endorfine e di encefaline grazie all’attivazione del sistema endorfinico con frequenze  molto basse di stimolazione ( < 8 Hz). Questo   tipo di stimolazione, che ha un’insorgenza lenta, produce un effetto antidolorifico generale.
  2. La  produzione di serotonina e il blocco dei segnali dolorifici (gate control) verso i centri nervosi superiori. La stimolazione viene fatta in questo caso con frequenze più elevate ( a partire da 80 Hz)

La serotonina e il meccanismo del “gate control” realizzano un’azione antalgica rapida ma di breve durata.

MODALITA’ D’APPLICAZIONE

Le TENS, che utilizzano una corrente bifasica, simmetrica e compensata, vengono impiegate secondo due diverse modalità di applicazione : – inibizione sensitiva segmentarla contro dolori acuti e localizzati – liberazione di endorfine per trattare dolori cronici e diffusi.

AZIONE ANTALGICA PER INIBIZIONE SENSITIVA SEGMENTARIA

Nell’uomo si ritrovano due tipi di fibre nevose afferenti, intendendo con questo termine delle fibre che conducono le informazioni dalla periferia sino a livello encefalico. Le prime sono fibre di grosso diametro, denominate fibre A-beta, responsabili della conduzione della sensibilità tattile dalla periferia sino a livello centrale. Le seconde, denominate fibre A-delta, sono di diametro minore, e conducono a livello encefalico la sensibilità dolorifica. Una ulteriore differenziazione tra questi due tipi di fibre, è costituita dal fatto che le prime hanno una soglia di eccitazione bassa, mentre le seconde mostrano una soglia eccitatoria maggiormente elevata. Sul percorso del segnale dolorifico dalla periferia al centro si trova, a livello del midollo spinale, un  interneurone inibitore, che funge da selettore del segnale stesso. La corrente TENS, stimolando le fibre A-beta di grosso diametro, va ad eccitare l’interneurone inibitorio. La sua attivazione, che impedisce ai segnali dolorifici di arrivare a livello encefalico, blocca la sensazione dolorosa.Questo meccanismo è stato denominato, da Melzack e Wall  che furono coloro che lo identificarono nel 1965,  “effetto cancello” o Gate Control” . In questa modalità di stimolazione TENS gli impulsi dovranno essere di breve durata (< 1 msec) con una frequenza compresa tra 80 e 150 Hz. L’intensità deve essere confortevole e produrre solo una sensazione di formicolio (soglia della sensibilità tattile). Per avere efficacia i trattamenti dovranno avere una durata di almeno 30′

AZIONE ANTALGICA PER LIBERAZIONE DI ENDORFINE

Endorfine ed enkefaline sono delle proteine prodotte nel cervello con funzioni simili alla morfina e presenti in diverse strutture del sistema nervoso centrale , per questo motivo, particolarmente efficaci nella sedazione del dolore. Queste morfiDolore Cervicalene endogene sono  i neuro mediatori naturali dell’analgesia: si possono fissare sui recettori cellulari  di strutture cerebrali com il talamo, il sistema libico, il tessuto reticolato producendo una sedazione del dolore paragonabile a quello della morfina. L’elettrostimolazione con le correnti TENS può stimolare la liberazione di queste sostanze morfino-simili endogene. Le ricerche infatti hanno dimostrato che trattamenti di 30′ con correnti di bassa frequenza e intensità elevata, capaci di produrre una scossa muscolare ritmata quasi alla soglia del dolore,  possono innalzare il tasso di endorfina del 20% rispetto ai valori basali. Questo aumento si mantiene nei 30′ che seguono l’arresto del trattamento.

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